Alla fine l'ho capito. (Ringraziamenti #1)

 

 

Brevissima premessa assoluta. Non mi si prenda per spaccone, o per falso modesto, a seconda di quello che capirete di questa bloggata. 

Gli avvenimenti di questi giorni mi hanno travolto in una marea di cose che:

A- non mi sarei aspettato.
B- mi hanno fagocitato.
C- mi hanno spiazzato per svariati motivi.

Bene. Posso comiciare la bloggata.

La verità? Per come le cose stanno andando dovrei essere soddisfatto: l'editore giusto qualche ora fa mi diceva che in una settimana la prima tiratura sta andando bruciata.

NO. La casa editrice non ha stampato 12 copie, per i soliti buontemponi che se lo stanno chiedendo. 

14, se contiamo le copie omaggio che mi ha dato gratis, ok? :)

Detto ciò, non posso pensare che quelle 200 pagine siano scritte così bene da far urlare la gente al miracolo, e ad ogni modo, anche se lo fossero, resto pur sempre uno spiantato che non si è mai saputo adattare alle regole e che a fine 2019 ha iniziato a vomitare su un file di word quelle frasi in un periodo forse troppo strano per lui.

Certo, c'è stato un lavoro che ha valorizzato quel libro dal momento in cui lo ho finito; a cominciare dalle persone che me lo hanno corretto per farmi un favore, arrivando alla casa editrice che ha smussato alcune cose.

Quindi (e doverosamente) nell'ultima pagina ho ringraziato chi di dovere, mentre nella prima ho dedicato quel libro ad una persona che ringrazierò a vita, e non per aver permesso tutto questo con uno dei gesti più umani e generosi che io abbia mai ricevuto, ma per essere un esempio di fede cieca da cui tutti dovremo prendere esempio quotidianamente.

Ancora una volta, tutto questo mi fa riflettere sull'enorme valore di essere nel posto giusto e saper cogliere le opportunità che il destino ci mette di fronte.

Queste righe non vogliono solo essere solo un ringraziamento a chi ha permesso alla mia vita di prendere questa piega così meravigliosamente inaspettata; se proprio devo attribuirmi un merito, è stato saper vedere questa possibilità gettandomici a capofitto e cadendoci dentro con le scarpe. 

Ma al di là della gratitudine, ciò che resta è un monito a chiunque stia leggendo queste righe: la consapevolezza che questa bellissima esperienza mi sta regalando è l'avermi insegnato che ignorare le possibilità che il nostro destino ci mette di fronte è il più grande torto che possiamo fare a noi stessi.

Frase scontata? 

Forse. Ma fermatevi per un attimo e chiedetevi cosa state facendo delle vostre vite. Chiedetevi se è giusto, chiedetevi se ha senso. Fatelo per voi. E sempre per voi stessi, siate sinceri nel rispondervi.

Personalmente ho smesso molto tempo fa di non pormele queste domande, quando ho capito che essere veramente felice era una promessa che avrei dovuto farmi allo specchio ogni mattina, anche quando mi chiedevo se alzarmi alle 4 del mattino e inanellare parole su parole fosse la cosa giusta da fare.

Ci è voluto un po'di tempo, ma alla fine l'ho capito.

Photo: Roberta De Min


 

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